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venerdì 25 febbraio 2011

UNA MUCCA GRAVIDA PER FAMIGLIA

progetto  2011

S.Lucas è un villaggio disperso nelle valli forestali del Municipio di Dolores (Petén). I suoi abitanti hanno chiesto a P.Ottavio e con lui all'Associazione di finanziare loro una mucca gravida per famiglia (sono circa 20). Lo scopo è formare un allevamento, avere un pò di latte per i bambini, poter commerciare del formaggio. P. Ottavio vista la serietà e la bontà dell'iniziativa ha cominciato l'opera. Infatti il costo di una mucca gravida si aggira sui €400, e questo ha permesso di sperimentare con successo l'inizio del progetto. 


La bella mucca qui accanto è l'ultima arrivata: si vede il bel pancione pronto a scodellare un vitellino.

Il p.Ottavio ha già finanziato alcune famiglie che erano pronte per il progetto. Ne voleva vedere e saggiare le capacità e le possibilità prima di proporlo a tutti noi.
La cosa sembra proceda bene e con soddisfazione di tutto il villaggio, che ha richiesto il nostro intervento di solidarietà.



Questo è l'ultimo vitellino nato che si fa proteggere dalla mucca madre appena si accorge del nostro arrivo.
Abbiamo visitato tre famiglie (di cui diamo le foto) che hanno iniziato l'attività. Ma tante altre persone ci hanno seguito per mostrare il loro interesse e l'apprezzamento per la nostra attenzione verso la loro situazione di indigenza.






Questo splendido vitello, invece, abbracciato con orgoglio dal suo padrone, don Bernardo Ramon, è già nato da qualche tempo. Don Bernardo è stato il primo ad essere aiutato in questo progetto umanitario, e ne cogliamo tutta la validità nel suo bel gesto.

Dunque, coraggio! € 400
per dare una mano allo sviluppo del villaggio .


lunedì 21 febbraio 2011

PROGETTI: aggiornamenti dopo viaggio 2011

PROMOZIONE DELLA DONNA
Il progetto ha lo scopo di accompagnare e sostenere le donne in un cammino di crescita ed autonomia in modo che possano vivere meglio, provvedere a se stesse ed essere di aiuto alla comunità. In modo che sia in grado di affrontare superare i problemi relativi al grande machismo ed emarginazione che subiscono.
Il progetto vuole rendere la donna autonoma e con una attività propria:
  1. corsi di coscentizzazione personale, rispetto dell’ambiente e conoscenza dei propri diritti e doveri.
  2. corsi di formazione pratica in modo che possa avere una proprio attività (allevamento di galline, preparazione di candele, shampoo, creme, corso di taglio e cucito)
Inizialmente le difficoltà incontrate dal progetto erano molte, soprattutto per la resistenza degli uomini, adesso c’è molta più accettazione e partecipazione. I corsi sono unici con una armonica integrazione della parte teorica di coscientizzazione a quella pratica del lavoro.
Le donne all’interno della famiglia subiscono violenza psicologica, fisica, sessuale (comprese le bambine adolescenti) e patrimoniale (nelle separazioni gli uomini pretendono tutti i beni).
Le donne sono aiutate dal progetto nella denuncia e seguite in quello che segue.
Una delle attività più importanti è il corso per la preparazione delle candele soprattutto nei villaggi visto che non hanno la luce. I corsi vengono fatti direttamente nelle aldee al corso pratico segue la coscentizzazione per avere una maggiore partecipazione. Nel 2010 il corso è iniziato in 7 aldee delle 25, l’obbiettivo per il 2011 è raggiungere le 13 aldee che ancora mancano al progetto.
A Dolores il comitato delle donne ha cominciato con la formazione a cui è seguito il corso di taglio e cucito, preparazione di candele, shampoo, creme ed altre attività manuali.

SALUTE
  • salute generale
  • salute integrale (in conseguenza del conflitto armato)
  • salute dentale
SALUTE GENERALE
I corsi per promotori di salute durano 3 anni e da quest’anno oltre a fare la teoria verrà effettuata anche la pratica direttamente nel villaggio:
  • 2005-2008 primo corso per promotori di salute in cui sono stati formati 16 promotori
  • 2008-2011 secondo corso per promotori che finirà nell’anno in corso
  • 8 corsi per levatrici con diploma finale, i formatori per le levatrici vengono da La Cruses dove il programma di salute cominciato da diversi anni è molto buono.
I promotori di salute hanno 2 corsi di aggiornamento all’anno, una visita ogni 2 mesi ed una riunione a fine anno, generalmente nel periodo di Natale nella quale si incontrano promotori vecchi, quelli in formazione e le levatrici.
12 comunità funzionano molto bene
10 comunità hanno unità minima di salute, struttura in muratura, 8 delle quali hanno anche l’equipaggiamento: lettino, carrello per le medicazioni, bilancia, lavandino, asta per la flebo, armadietto medicinali basici, tavolo e sedia.
Ogni promotore è fornito di medicine basiche che vengono vendute con una quota simbolica che viene utilizzata per ricomprarle. Ogni due mesi ciascun promotore riceve la visita dal comitato per la salute per discutere ed affrontare eventuali problemi sorti nel periodo e per rifornire l’unità minima di medicinali. Le medicine vengono monitorate per il quantitativo e per il tipo eventualmente vengono scambiate tra i vari promotori.
SALUTE INTEGRALE
Cominciata nel 2002, con lo scopo di ricostruire la persona e la società dopo il conflitto armato che ha mirato ha distruggere con paura, violenze, torture l’uomo e la convivenza comunitaria. I quattro leader hanno avuto una preparazione di 4 anni poi hanno cominciato a lavorare. Si sono formati 7 centri a Dolores e villaggi:
  1. Dolores dove partecipano tutti e 10 i rioni
  2. Mopan II dove affluiscono persone dei villaggi vicini
  3. Las Brisas dove affluiscono persone dei villaggi vicini
  4. Centro Maya
  5. Los Olivos e Naranjo
  6. Xaan
  7. San Marcos
Il tema è lo stesso in tutti e sette i centri. Gli incontri hanno scadenza annuale e durano una giornata intera in cui viene effettuato il riassunto del tema dell’anno precedente e presentato il nuovo con animazione e canto. Quest’anno è l’autostima, l’anno precedente l’ascolto. Sono tutti temi di aiuto per la vita personale e di convivenza. Agli incontri partecipano le famiglie e soprattutto i leader delle comunità, adesso la gente è molto sensibilizzata ed aspetta gli incontri. In alcune comunità partecipano anche i pastori evangelici, è questo un grande successo di conversione sociale essendo loro contrari per principi individualisti ed è per questo che all’epoca furono inviati.
Per idea di dona Maria Teresa ad ogni centro è stato poi dato un indirizzo pratico di sviluppo sociale dando ai partecipanti istruzione e materiale per progetti tipo allevamento di polli.
SALUTE DENTALE
Cominciata con corsi odontotecnici organizzati dal vicariato, 3 sono stati i partecipanti da Dolores.
Importante è il programma di prevenzione rivolto ai bambini del periodo scolare sia di Dolores che dei villaggi.
Il responsabile Marcellino ha effettuato anche un corso in Messico e fa applicazioni di fluoro, pulizia dentale, estrazioni e otturazioni.
PROGETTO AGRICOLO
Alle cooperative comitati e comunità che vengono coinvolte vengono necessariamente richiesti interesse ed organizzazione. 2009-2011 coinvolte 9 comunità per progetti: alberi da frutto, bestiame, polli, galline, orto, caffè e canna da zucchero.
  1. Xaan vivaio di arance e orto
  2. Centro Maya orto, pesci, canna da zucchero e caffè
  3. Las Brisas bestiame, canna da zucchero (questo progetto vede coinvolte 22 famiglie che sono accompagnate dalla semina al formarsi del panetto di zucchero ai derivati melassa e miele), orto, galline e caffè
  4. Saculabaco orto e alberi da frutto (MPS)
  5. Limones platano (9 persone)
  6. San Lucas orto, pompa per trattamento disinfestanti, polli (5 famiglie), vacca da latte (21 famiglie)
  7. Nueva Libertad polli, orto, pesci, caffè e canna da zucchero (22 famiglie appena iniziato)
  8. Mopan III acquisto di terreno vicino al fiume per  iniziare e integrare il programma agricolo con coltivazioni e produzione di verdure, frutta e platano, per la sussistenza familiare con lo scopo di migliorare l’alimentazione (4 famiglie)
  9. progetto isote da cui si ricava l’olio (6 famiglie)
Nel 2010 sono stati fatti 4 corsi: per papaia, elaborazione di pesticidi naturali, fertilizzazione, organizzazione mercatino solidale. Oltre ad un piccolo incontro per la medicina naturale.
Al centro poliformativo, dove vengono effettuati gli incontri, vi è un piccolo orto che serve come dimostrazione, esperimento e sussistenza nei pranzi degli incontri. Adesso è stata costruita anche una vasca per l’allevamento del pesce che comincerà a breve.
MERCATINO SOLIDALE
Nato nella riunione di ottobre 2010 tra tutte le persone coinvolte nel programma agricolo, con la semplice idea di vendere il proprio prodotto. Si effettua nella piazza di Dolores al primo mercato parteciparono 18 venditori, al secondo 24, al terzo 28, al quarto 32 al quinto 34. Adesso si è formata una commissione per migliorare ed organizzare sempre meglio il mercato.


martedì 15 febbraio 2011

Realtà socio-politica del Guatemala


Cenni di storia fino al ripristino del governo civile nel 1986


A partire dalla conquista spagnola fino ad oggi la storia del Guatemala è stata segnata da episodi di feroce sfruttamento e da una situazione di schiavitù lavorativa che ha portato gli indigeni vicino alla scomparsa totale.

Nel 1821 il risveglio nazionalista e il raggiungimento dell'indipendenza dalla Spagna ha portato vantaggi reali soltanto a piccole oligarchie costituite da grandi proprietari terrieri e appoggiate da governi autoritari e violenti cui si sono aggiunti, verso la fine del XIX secolo, gli interessi sempre più preminenti delle grandi multinazionali statunitensi. Solo il decennio 1944-1954 ha segnato una rottura con la tradizione di regimi oppressivi; in quegli anni infatti prese avvio, prima con il governo di Arèvalo e poi con quello di Arbenz, il tentativo di dare al paese un assetto democratico e di avviare una riforma agraria che avrebbe distribuito ai contadini 100.000 ettari di terra espropriati alla United Fruit Company. La reazione fu drastica. Nel 1954 un esercito di mercenari, armato grazie alle sovvenzioni degli Stati Uniti e comandato dal colonello Castillo Armas, abbattè il governo legittimo di Arbenz e instaurò una dittatura militare. Da quel momento in Guatemala si sono avvicendate sanguinose dittature che si sono rese colpevoli di terribili delitti. Con i governi dei generali Lucas Garcia, Rios Montt e Meija Victores le azioni di repressione nei confronti della popolazione, in particolare modo degli indios, sono aumentate in maniera esponenziale finché nel 1983 le Nazioni Unite si sono decise ad intervenire riconoscendo alla nazione lo stato di guerra e condannando il governo militare.

La strategia anti-insurrezione dell'esercito prevedeva la creazione dei Poli di Sviluppo e delle Aldeas Modelo, villaggi in cui, tramite trasferimenti arbitrari, veniva concentrata una notevole parte della popolazione contadina perché potesse essere controllata con maggiore facilità dall'esercito. Un importante ruolo di repressione svolgevano inoltre le Pattuglie di Autodifesa Civile, gruppi paramilitari con compiti di controllo, i cui componenti venivano reclutati, spesso in modo forzoso, tra i contadini.

Le cifre del genocidio sono agghiaccianti. Dalla fine degli anni sessanta fino ad oggi le stime parlano di: 120.000 persone assassinate, 40.000 desaparecidos, 100.000 orfani, un milione di profughi interni (desplazados), 250.000 rifugiati all'estero. Anche la tortura rientrava nella regola: le vittime erano contadini, sindacalisti, uomini politici, studenti, giuristi, giornalisti, religiosi e chiunque accennasse ad una qualsiasi opposizione nei confronti della dittatura.

Nel 1984 il governo militare, sottoposto a forti pressioni da parte delle organizzazioni internazionali e schiacciato da una gravissima crisi economica, decise di riaprire le porte ai civili. Dopo aver indetto le elezioni per la creazione di una Assemblea Costituente preparò una Costituzione già stilata in ogni sua parte da esperti di propria fiducia e la consegnò ai rappresentanti del nuovo organismo affinché la approvassero. Per una maggiore tutela fece inoltre redigere un decreto di amnistia che assicurava l'impunità assoluta a tutti i militari e paramilitari che si fossero resi colpevoli di reati contro i diritti umani.



La presidenza di Vinicio Cerezo


Nel gennaio 1986 dopo le elezioni a cui partecipò solo il 30% degli aventi diritto di voto si insediò in Guatemala la presidenza civile dell'avvocato democristiano Vinicio Cerezo. Le grandi promesse del suo programma elettorale destarono qualche speranza fra la popolazione e soprattutto fruttarono al suo governo cospicui aiuti economici e politici da parte dei paesi occidentali. Purtroppo a distanza di cinque anni dall'inizio della sua presidenza il bilancio risultò assolutamente negativo. I maggiori problemi del paese rimasero quasi completamente irrisolti, quando non addirittura aggravati. Le ripetute e costosissime campagne dell'esercito contro la guerriglia continuarono con sistematiche e generalizzate violazioni dei diritti umani a carico delle popolazioni contadine sfociate talvolta in vere e proprie stragi. Persino la repressione, condotta in modo selettivo dai rifioriti squadroni della morte e da gruppi di militari e poliziotti, non subì rallentamenti. Il mandato di Cerezo si concluse, oltre che nella generale delusione da parte della popolazione, in una situazione di corruzione diffusa a tutti i livelli e nel conseguente crollo della democrazia cristiana, il partito da cui il governo era sostenuto.



La presidenza di Serrano Elìas


Le elezioni presidenziali del 6 gennaio 1991 hanno videro la vittoria di Jorge Serrano Elìas, un outsider sostenuto da ambienti militari e imprenditoriali. La stanchezza e la delusione popolare si sono riflesse sulla partecipazione al voto che risultò ulteriormente diminuita, tanto che il presidente venne eletto con un numero di voti pari al 20% degli elettori. Serrano Elìas, membro di una setta cristiana fondamentalista, appena insediato promise promesso il pieno rispetto dei diritti umani e la punizione dei colpevoli. Sul piano economico impose una politica neo-liberista di tipo reaganiano che ha dato buoni risultati per il risanamento dei conti dello stato, ma ha condannato la stragrande maggioranza della popolazione all'indigenza più nera. A conti fatti si può affermare che durante la sua presidenza la questione dei diritti umani, problema chiave del paese, non ha subito alcun miglioramento rispetto agli anni precedenti ed anzi per certi versi si è aggravata, soprattutto se si considera la situazione di assoluta impunità di cui hanno continuato a godere sia gli autori materiali che i mandanti delle passate azioni repressive.

Il 3/2/1993 in occasione della 49^ sessione della Commissione per i diritti umani dell'ONU, l'osservatore inviato dalle Nazioni Unite, il tedesco Christian Tomuschat, ha presentato un rapporto in cui affermava che in Guatemala, specialmente nelle aree rurali, le violazioni dei diritti umani ad opera di componenti dell'esercito, della polizia e delle pattuglie civili erano all'ordine del giorno. Nella stessa sessione ha mostrato il risultato del proprio lavoro anche Bacra Waly Ndiaye, relatore speciale dell'ONU per le esecuzioni extragiudiziali sommarie e arbitrarie, il quale ha indicato il Guatemala come uno dei casi più gravi al mondo. Ha dichiarato che nel territorio guatemalteco continuavano a verificarsi atti di violenza generalizzata da parte di membri delle forze armate e delle forze di sicurezza a carico di sindacalisti, membri dei gruppi di opposizione, attivisti umanitari, contadini, studenti, professionisti e bambini di strada, il tutto in un clima di assoluta impunità. Nonostante ciò la Commissione dei diritti umani dell'ONU, pur giudicando severamente e con preoccupazione tale situazione, nella risoluzione del 10 marzo 1993, ha deciso di non inserire il Guatemala nel punto 12 del programma, punto in cui vengono collocati i paesi in cui si verificano gravi violazioni dei diritti umani e implicante la nomina di un relatore speciale dell'ONU.

A tale proposito l'ufficio dei diritti umani dell'arcivescovado del Guatemala ha dichiarato che molti paesi dell'America latina non hanno accettato di passare ad una condanna più radicale per paura che l'accusa di violazione dei diritti umani gli si rivoltasse contro. In seguito però, grazie alla pressione congiunta della pubblica opinione internazionale degli organismi di tutela dei diritti umani e di molti paesi occidentali che hanno minacciato di tagliare gli aiuti economici, il governo e l'esercito guatemaltechi sono stati costretti ad aprire un processo di pace. Questo processo, avviato nel marzo 1990, è proseguito attraversando fasi alterne nonostante l'opposizione dell'esercito a cessare le repressioni generalizzate, smantellare gli apparati clandestini armati, arrivare alla punizione dei colpevoli ed accettare il controllo e la supervisione delle Nazioni Unite. Nel frattempo la popolazione guatemalteca ha portato avanti una lotta sempre più ferma volta a combattere l'impunità delle forze repressive e a favorire condizioni di vita più umane. In prima fila per promuovere il processo irreversibile di maturazione politica e sociale si è posta la componente indigena della popolazione ed in special modo le donne. Portavoce e simbolo delle popolazioni indigene e del movimento popolare è tuttora la dirigente del CUC, l'indigena Rigoberta Menchù, alla quale è stato attribuito il premio Nobel per la pace nel 1992, anno del 500° anniversario della scoperta dell'America.



Da Serrano Leon Carpio


Nel maggio 1993, incalzato dalla protesta popolare, sempre meno credibile a livello internazionale e ormai sull'orlo dell'incriminazione per corruzione, Serrano non trovò altra strada che quella dell'auto-golpe, decretando la sospensione della Costituzione, sciogliendo il Parlamento ed esonerando sia la Corte Suprema che il Procuratore dei Diritti umani. Le immediate reazioni internazionali unite alla mobilitazione popolare e soprattutto al mancato appoggio di una parte consistente dell'esercito, fecero fallire il tentativo. Il Parlamento escluse Serrano e nominò presidente Ramiro de Leon Carpio, il Procuratore dei Diritti umani esautorato da Serrano. La soddisfazione e la speranza della popolazione nel vedere eletto presidente un uomo che si era distinto nel denunciare le violazioni dei diritti umani, si raffreddò rapidamente. Riguardo ai problemi di sempre - scioglimento delle Pattuglie di autodifesa civile, ripresa del dialogo con la guerriglia , epurazione dei quadri militari resisi responsabili di violazioni dei diritti umani - le posizioni del nuovo presidente si rivelarono assai differenti rispetto a quelle che aveva assunto in veste di Procuratore e tali da lasciar intendere quanto sia difficile in Guatemala raggiungere e mantenere il potere senza contrattarlo con i militari.

Lungo il 1994 lo sviluppo della politica economica neo-liberale ed il taglio radicale di ogni investimento statale in materia di salvaguardia sociale ha ulteriormente e drammaticamente peggiorato le condizioni di vita della popolazione. Come ha denunciato all'Assemblea di Ginevra Monica Pinto, assessore dell'ONU per i diritti umani, in Guatemala è proseguita la militarizzazione dello Stato e della società: su una popolazione di 10 milioni di abitanti, ben 630.000 risultavano inquadrati più o meno forzosamente in formazioni militari o paramilitari. Naturale conseguenza di ciò è stato un continuo aumento di crimini e violazioni dei diritti umani, nonostante nel paese sia stata istituita nel frattempo una commissione di controllo delle Nazioni Unite denominata Minugua. Anche le trattative di pace tra governo e guerriglia, riprese dopo una lunga pausa grazie alle pressioni internazionali, non hanno risolto i problemi di fondo del paese.



Le elezioni del 1995


A fine 1995 si svolsero di nuovo le elezioni politiche. Nel secondo turno elettorale, tenuto il 7 gennaio 1996, venne eletto presidente del Guatemala il conservatore moderato Alvaro Arzù. Un fatto di grande rilievo, che non si verificava da 40 anni, è stato la partecipazione alle elezioni legislative di un fronte democratico di sinistra, radicato nelle organizzazioni popolari che ha ottenuto, nonostante si fosse formato da appena due mesi e nonostante l'assoluta mancanza di mezzi, sei seggi degli ottanta che costituiscono il Parlamento.



Gli accordi di pace


Appena insediato il presidente Arzù, rappresentante delle classi imprenditoriali più aperte alla modernizzazione e della corrente moderata delle forze armate, realizzò una vera rivoluzione negli alti gradi dell'esercito epurando i generali maggiormente compromessi nelle violazioni dei diritti umani e nella corruzione. Successivamente impresse una decisa accelerazione alle trattative di pace con la guerriglia, concludendo rapidamente gli accordi relativi ai punti sostanziali in sospeso da anni e realizzando quelli relativi al cessate il fuoco ed al reinserimento dei guerriglieri nella vita civile. La firma definitiva della pace che fu stipulata il 29 dicembre 1996 nella capitale guatemalteca alla presenza di capi di governo e di accreditati rappresentanti internazionali, mise fine a 36 anni di conflitto armato interno. In questa sede i comandanti dell'URGN annunciarono la costituzione di un partito politico con cui continuare la lotta democratica e popolare sul terreno civile. I contenuti degli accordi erano tali da permettere radicali miglioramenti rispetto alle condizioni di grande miseria che affliggevano la stragrande maggioranza dei Guatemaltechi. Per garantire la loro applicazione si aprì una stagione di lotta politica e sociale molto importante per il popolo del Guatemala, lotta sostenuta in buona parte anche dalla solidarietà internazionale e in particolare da quella italiana.



Gli ultimi avvenimenti


A distanza di tre anni dagli accordi di pace, nonostante i cospicui aiuti finanziari arrivati dalla comunità internazionale, le speranze dei Guatemaltechi di migliorare le proprie condizioni di vita sono andate ancora una volta deluse. Gli unici veri vantaggi portato dalla pace sono stati la fine della repressione organizzata dallo Stato, anche se persiste, in scala minore e a livello selettivo quella portata avanti dai gruppi paramilitari, e la smobilitazione della guerriglia con conseguente ritorno dei combattenti alla vita civile. Il resto del bilancio risulta negativo perché poco o nulla è stato fatto per la smilitarizzazione della società, per la realizzazione di uno stato multietnico, per l'applicazione degli accordi in campo socio-economico e in particolare nel settore agricolo e per l'approvazione di una riforma tributaria che gravi maggiormente sui ceti abbienti e fornisca risorse finanziarie da reinvestire nello sviluppo del paese. Senza contare che l'adozione selvaggia di politiche economiche neo-liberali ha contribuito a peggiorare ulteriormente le già misere condizioni economiche della popolazione.

Nel frattempo l'eccidio che ha colpito il popolo guatemalteco è stato documentato in modo inoppugnabile da due ampie e circostanziate inchieste. La prima iniziativa, promossa dall'Arcivescovado del Guatemala nel quadro del progetto per il recupero della memoria storica (REMHI) e coordinata dal vescovo ausiliare della capitale Monsigonr Gerardi, si è conclusa con la presentazione, avvenuta il 24 aprile 1998, del rapporto "Guatemala, nunca màs" (Guatemala, mai più) in cui sono elencate migliaia di gravissime violazioni ai diritti umani. Due giorni dopo la pubblicazione del rapporto il Vescovo Gerardi è stato barbaramente massacrato a colpi di pietra sulla porta della sua abitazione da sicari rimasti tuttora impuniti.

La seconda inchiesta è stata condotta dalla Commissione di chiarimento storico prevista dagli accordi di pace e si è conclusa il 25 febbraio 1999 con la presentazione del rapporto "Guatemala, memoria del silenzio". In esso si accerta che in Guatemala, specialmente negli anni fra il 1981 e il 1983 sotto i generali golpisti Lucas Garcìa e Rìos Montt, è stato attuato un vero e proprio genocidio da parte dello Stato ai danni della popolazione civile, in particolar modo di quella indigena.

Nelle elezioni presidenziali e legislative svoltesi nel 1999 il desiderio di punire il governo di Arzù, l'enorme difficoltà da parte della massa di popolazione più povera ad esercitare il diritto di voto e soprattutto la persistente paura generata dai gruppi paramilitari organizzati, tuttora operanti, hanno determinato il trionfo del Fronte Repubblicano Guatemalteco, il partito del generale Rìos Montt. Il candidato alla presidenza Alfonso Portillo è stato eletto al secondo turno ed al Parlamento i suoi uomini hanno conquistato la maggioranza assoluta dei seggi.

Il domani del Guatemala si presenta ancora una volta problematico. L'unica speranza di reale cambiamento sembra attualmente essere rappresentata dall'affermazione sempre più ampia della coalizione di sinistra Alleanza Nuova Nazione, nata dalla costituzione come partito politico dell'ex guerriglia dell'URNG, il cui candidato alla presidenza Alvaro Colom ha ottenuto il 12,4% dei suffragi e che è riuscita ad inviare in Parlamento nove dei suoi rappresentanti.


lunedì 14 febbraio 2011

RIENTRO DAL GUATEMALA

Il gruppo degli amici del Guatemala che hanno visitato la missione di Dolores: è rientrato.
Il viaggio è andato molto bene. Molte le cose viste. Tante e di più da raccontare. Presto avrete informazioni dettagliate delle interessanti opere umanitarie che lì si svolgono.
Un saluto a tutti dai Padri Ottavio e Giorgio, che ringraziano anche per l'attenzione e l'aiuto di tutti.


Grazie a tutti per il buon esito del viaggio, dell'impegno profluso nell'adattarsi alle situazioni, per l'interesse manifestato. Qualche inconveniente c'è sempre e di esso ne chiedo venia. Athos

Un saluto a tutti quanti e un GRAZIE per la fantastica esperienza che abbiamo condiviso. Marco

Un grazie enorme a tutti per l'ottima partecipazione e pazienza nelle difficoltà!!!
Scusate se abbiamo corso un po' troppo ... sicuramente conveniva vedere qualcosa di meno e tutto il resto con più calma... ma dopo mesi di studio sulle tappe dell'itinerario, cose da vedere e vivere ... mi rendo conto che si poteva fare meglio!!!
cmq spero che sia stata una bella esperienza per tutti... Gianna
Anche noi stiamo ripensando con piacere alla bella esperienza vissuta sia turisticamente
che emozionalmente , grazie anche all'armata "Brancaleone" che abbiamo formato! Rolando e Cesarina
un GRAZIE a chi si è dato da fare per organizzare il tutto non so se si poteva fare meglio.... visto che eravamo 16 e con esigenze diverse (nuovi... veterani... e mezzi e mezzi !). Non credo che ci siano state poi molte difficoltà.Il viaggio è stato sicuramente interessante Alessandra e Lorenzo

Grazie a tutti anche da parte mia, per quanto mi riguarda è stato un viaggio fantastico ed emozionante (prova ne sia che non avevo nessuna voglia di tornare a casa!), con persone in gambissima e mi pare che i piccoli inconvenienti che sempre ci sono siano stati gestiti alla grande. Mi auguro che ciascuno abbia riportato a casa, oltre al bagaglio nel senso di valigia, anche un bagaglio di esperienze, emozioni e nuove amicizie, che dia la carica per impegnarsi al meglio ogni giorno. Elena



Ciao a tutti!
mi accodo e mi unisco a tutti i ringraziamenti fatti fin ora per la fantastica avventura! da "neofita" posso dire che è stata una esperienza Stupenda! Davide



Ringrazio tutti per questo bellissimo viaggio, gli organizzatori che anche se si lamentano hanno fatto un buon lavoro, e la compagnia, che lo ha reso ancora più speciale.
Un abbraccio a tutti!

Barbara