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martedì 4 marzo 2014

Circo Inzir ha terminato l'esperienza a Dolores!!!!!

Grazie Grazie ed ancora Grazie!!!!


Cavallette, persone e vacanze

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Cavallette …
Tipici giardini ben curati, tipiche casette colorate, tipici negozietti che vendono oggetti e vestiti tipici. Tonnellate di machine fotografiche appese a colli arrossati dal sole. Diversi idiomi udibili per le strade, venditori e venditrici ambulanti … tipici …
Antigua è la vecchia capitale del Regno di Guatemala, lo è stato per 231 anni, finchè, distrutta da un terremoto nel ’700, venne ricostruita nelle vicinanze l’odierna Città del Guatemala.
Ricostruita in tempi recenti oggi Antigua appare come una splendida cittadina in stile coloniale spagnolo circondata da montagne.
Qui il clima è radicalmente diverso da quello del Peten: decisamente più secco e con una stagionalità delle piogge opposta, gli inverni sono secchi e le estati piovose. La vegetazione tropicale lascia il posto ad arbusti e qualche cactus e le foglie degli alberi riducono di molto le proprie dimensioni.
Arrivando dalle aldee del Peten entrando in questa città è come tuffarsi di colpo in un luogo cui è stata strappata l’anima, in cui tentano di venderti pantaloni, realizzati in chissà quale fabbrica, per 400 quetzales (lo stipendio medio di un operaio è di 1500 qtz). Un luogo in cui ragazzine si vendono a vecchi turisti in cerca di sesso.
Il turismo di massa è capace di rubare l’anima ai posti più belli del mondo.
Qui è davvero tutto bello, ma preferivo gli occhi dei bimbi piccoli e dei bimbi grandi delle aldee.
Nel parco un arista di strada suona e mi sembrano le uniche vere note dolci di questo micro mondo.
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Persone …
E’ appena terminata la fase 2 del progetto, il cuore di tutto questo calderone ossia gli spettacoli nelle aldee del Peten e i laboratori nel collegio.
E’ stata una fase densa e impegnativa, più di qualcuno si è ammalato (e poi è guarito), a volte lo stress ha raggiunto livelli critici.
Confusi e felici, come già era successo al ritorno dai campi profughi saharawy, questa volta però il progetto continua e parte la fase 3.
Oggi il gruppo Banana si dirigerà verso il Pacifico e tra un paio di giorni prenderà un volo per l’Italia; il gruppo Kamikaze invece muoverà verso il Chiapas con l’obbiettivo di riuscire a fare spettacolo nelle comunità zapatiste.
Dopo 3 settimane ci si saluta, sono stati giorni pieni e ricchi, un’esperienza, un’altra che si è condiviso, e che ci racconteremo per ore e ore al ritorno di tutti.
Buon viaggio al gruppo Banana! Ci mancherete!
Fin qui tutto bene, sia nella fase 1 in Messico, sia nella 2 in Guatemala le porte si sono aperte davanti a noi quasi per magia e abbiamo avuto modo di conoscere persone meravigliose.
… quelli con la scorza dura e il cuore gentile …
L’omino incontrato a Jicacal, il custode della Baia Escondita che si presenta a noi con nell’unico braccio un macete. Vive da anni in una casetta diroccata in mezzo alla selva, in solitudine.
La sua voglia di fare 2 chiacchiere lo spinge a fare quasi tutto il sentiero del ritorno con noi, quasi perché, arrivati in prossimità di un cancello di una staccionata, si ferma e non supera quello che probabilmente rappresenta il limite del suo piccolo grande mondo.
Un Uomo, che vive in solitudine su un promontorio in riva al mare, col cuore tenero come il burro.
Te ne accorgi quando ti parla del serpente corallo che ha incontrato due giorni prima su quello stesso sentiero e che ha deciso di non uccidere perché << … è anche casa sua … >>.
Quando ti spiega che, anche se tutti glielo consigliano, lui un cane proprio non lo vuole << … perché disturberebbe le scimmie e tutti gli altri animali che mi vengono a trovare… >>
… uomini con la faccia da duri e il cuore tenero …
Il “Gordo” (grasso), nome di battesimo Eliseo
Siamo finiti per caso la prima volta a mangiare nel suo “comedor”, una baracca di legno, lamiera e rete da pollaio che sembra essere tenuta in piedi più dalle ragnatele che da tutto il resto.
Eliseo è un omone enorme, con un pancione che lo annuncia sempre con qualche istante di anticipo , due braccia e due mani che non vorresti mai vedere arrabbiate, un sorriso bianco da perfetto imbonitore.
Quando lo saluti e gli chiedi se si può mangiare qualcosa, la prima cosa che dice è :<<entrate a casa vostra> e con ampio gesto indica uno dei due tavoli che affondano le gambe nella ghiaia del comedor.
La cosa più bella è quando gli chiedi se si può avere questo o quello da mangiare, allora El Gordo ripete sempre quello che probabilmente è il suo motto:<< Quello che c’è c’è, quello che non c’è ce lo inventiamo!>>
Una volta che tutti i commensali terminano di ordinare, Eliseo inizia ad impartire gentilmente ordini a tutta la famiglia: moglie, due splendide figlie, un figlio di circa 10 anni con lo sguardo vispo e sempre sorridente. A quel punto tutti i membri della famiglia escono dalla baracca prendendo direzioni diverse, chi va a prendere i fagioli, che il pollo e via dicendo.
In mezz’ora, o al massimo 1 ora tutto è pronto e tremendamente buono!
Quando siamo partiti da Dolores Eliseo è l’ultima persona che siamo andati a salutare. Lui ci ha regalato 2 wiskil, che è un frutto che ricorda molto un tubero, una specie di patata che però nasce da una pianta rampicante simile alla zucca; qualcuno di noi proverà a piantarle … chissà …
Noi gli abbiamo regalato un pacco di tabacco sciolto, ci siamo abbracciati e, che gli diaspiacesse, che forse un po’ gli saremmo mancati, glielo si leggeva in faccia.
Uomini gentili e basta …
Mingo, conosciuto nell’aldea di S. Marco il primo giorno in giro con Padre Ottavio.
Mentre nella chiesetta di legno si svolgeva la messa, io , Mingo e gera chiacchierando seduti nel cassone del pick-up. Tra un tentativo e l’altro di dimostrarci l’esistenza di Dio, Mingo ci ha spiegato la sua idea di libertà:<<… io qui in aldea mi sento libero, libero di dormire con la porta aperta, libero di andare al campo senza che mia moglie sia preoccupata per me. In città non si è liberi, devi avere paura di tutto, della gente che ti ammazza, che ruba, quella non è libertà. Le persone in aldea si aiutano, in città si ignorano…>>
Emilio, e la sua sagezza sulla via del ritorno da Los Arroyos. Stiamo camminando e a un certo punto mi indica la cresta di alcune colline che si trovano qualche km a ovest da noi e mi dice :<<Li faranno la strada.>> Io gli rispondo :<< Così miglioreranno le condizioni degli abitanti.>> (Los Arroyos si raggiunge solo dopo 4 ore a piedi o a cavallo).
Lui continua a gruardare quel punto a ovest :<< con la strada arriveranno anche i ricchi che toglieranno la terra ai contadini, in un modo o in un altro.>>
Tante, tante belle persone in questo viaggio.
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Vacanze …
Così il viaggio di Circo InZir è arrivato ad un buon punto.
Spesso mi sono fermato a riflettere sulla differenza che intercorre tra una vacanza e un viaggio.
Senza annoiarvi troppo dico soltanto che in vacanza io non ci so stare.
Per un mio difetto, forse di origine cosmica, senza fare nulla non ci so stare troppo a lungo.
Adoro vedere posti nuovi ma mi interessano più le persone, e le persone le conosci meglio se hai qualcosa da scambiare con loro.
Qui di scambi ne abbiamo avuti in continuazione. Nei luoghi che abbiamo attraversato la presenza di un obbiettivo era sempre tangibile nell’aria.
L’obbiettivo di avere un insieme di scambi che fosse il più ampio possibile.
Circo InZir ha finito i soldi che erano nelle sue casse quasi prima di partire considerando i biglietti aerei ma la missione non è ancora conclusa, forse non è neanche una missione, perchè non abbiamo regalato nulla, abbiamo dato e ricevuto e speriamo che continui così.
No, non è una missione, non è una vacanza, è un viaggio, è una ricerca.
A cosa porterà tutto questo …?
Forse a nulla, forse, se consideriamo l’umanità come una grande ragnatela in cui le vibrazioni scaturite da un piccolo gesto si ripercuotono in tutto il mondo, forse noi e soprattutto le persone che abbiamo incontrato in questo viaggio e in Italia durante i cabaret di auto-finanziamento, tutti insieme abbiamo creato qualche buona vibrazione in più…