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venerdì 22 aprile 2016

Salviamo la terra e noi stessi

Athos Turchi
Oggi, 22 aprile 2016, si sono riuniti a New York 175 Capi di Stato di altrettanti paesi per sottoscrivere un trattato a salvaguardia della nostra Terra. I giornali ne parlano poco eppure è da tutti considerato un evento storico, perché sembra che l’umanità abbia finalmente preso coscienza che la Terra sta diventando una enorme camera a gas alimentata proprio da popoli masochisti che ci stanno dentro.
Oggi a Città del Guatemala termina la marcia per l’acqua [marcha por el Agua]: da una settimana migliaia di contadini camminano per le strade del loro Paese per difendere la «loro» acqua dalle mani di criminali Multinazionali che la succhiano per opere folli come la palma africana, miniere e opere che distruggono il loro bellissimo territorio e lasciando nella fame le popolazioni. È una settimana che migliaia di contadini si sbucciano i piedi per protestare contro i loro Politici malviventi che per un pugno di dollari svendono il loro paese a gente perversa e profittatrice. È una settimana che migliaia di contadini, che vivono di ciò che coltivano, hanno rinunciato anche al poco che loro rimane pur di salvare le proprie terre e il proprio futuro. Questo sì che mi sembra un popolo dignitoso e coraggioso, un popolo che sente in se stesso la gravità e la responsabilità della propria terra e della propria storia.
Oggi in Italia è iniziato l’esodo del ponte del 25 aprile. Le famiglie italiane partono per qualche giorno di vacanza. E chi se ne frega delle sorgenti in secca, dei fiumi inquinati e incatramati, delle valli incementate e spianate, dei campi concimati dalle discariche… tanto si fa il biglietto e ce ne andiamo in un’altra parte di mondo. L’Italia si va distruggendo, ma a nessuno importa dedicare un fine-settimana per andare a protestare contro la distruzione che cinici e spregiudicati politici e affaristi stanno perpetrando col nostro consenso. Sappiamo protestare al bar e nelle sale d’attesa, ma nessuno osa perdere un giorno di festa per andare a camminare contro la distruzione del proprio paese. Mi chiedo: siamo un popolo o dei sottopolitici e criptoaffaristi che non riescono ad esserlo in grande, ma lo vorrebbero?

Mi viene a mente per analogia ciò che successe nel 1948, e più precisamente il 10 dicembre: gli Stati appartenenti alle Nazioni Unite (ONU) cioè 192 Stati, sottoscrissero la Carta dei diritti umani. In questa Carta tutti s’impegnavano a difendere la dignità, la vita, il valore di ogni persona umana contro violenze, guerre, torture: erano 192 Capi di Stato.
Bene, diamo uno sguardo: dove non c’è guerra, fame, fughe, torture, abbandoni e violenze? Si vada a chiederlo a Lampedusa a chi arriva dall’Africa o a Lesbo, se hanno visto applicato un solo rigo della Carta dei diritti umani. Era il 10 dicembre 1948. Firmarono in 192. Erano decisi a farla rispettare. Ma poi con quella Carta dei diritti umani ci accesero le candele del Natale 1948, e tutto finì lì.
Auguriamoci che i 175 Capi di Stato che sottoscrivono il Trattato per la salvezza della Terra non lo usino stasera stessa per accendervi i sigari di fine cena.