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lunedì 27 marzo 2023

Ciao #GianniMinà

 Grazie Gianni hai incontrato i grandi del mondo ma hai accolto anche l'invito della nostra associazione insieme a Mani Tese era il 2005 ti abbiamo proposto di partecipare a

TrasudAmerica: Un viaggio tra identità e cooperazione in America Latina. 



Convegno organizzato dal Amici del Guatemala in collaborazione con Mani Tese Siena, la Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Siena, l’UDU e con il Patrocinio del Comune di Siena.

Relatori:

Gianni Minà (Giornalista Direttore di Latino America)

Antonio Melis (Docente Facoltà di Lettere – Siena)

Nanni Riccobono (Giornalista)

Massimiliano Lepratti (Mani Tese)

Pietro Del Zanna (Assessore alla Pace e Cooperazione Internazione)

Siena, 17-18 Marzo 2005  Sala delle Lupe - Palazzo Pubblico - Piazza del Campo

 

MAI PIÙ

 

L’otto GIUGNO 2001, dopo 18 ore di Camera di consiglio, la terza sezione del tribunale di Città del Guatemala, presieduta da Eduardo Cojulon Sanchez, dopo 46 udienze ha condannato il colonnello in pensione Byron Miguel Lima Oliva, suo figlio, l’ex capitano Byron Disrael Lima Estrada e il confidente José Obdulio Villanueva, a trent’anni di reclusione per l’assassinio di monsignor Juan Gerardi, vescovo primate di Città del Guatamela, avvenuto il 26 aprile 1998. Oltre a loro, il tribunale ha riconosciuto colpevole di connivenza il sacerdote Mario Orantes e lo ha condannato a vent’anni. L’assassinio era avvenuto pochi giorni dopo che il monsignore. aveva reso pubblico, dopo un’indagine di mesi compiuta dalla chiesa cattolica locale, il rapporto “Guatemala nunca màs” sul genocidio delle popolazioni Maya del paese, negli anni Ottanta. Quella denuncia che Juan Gerardi aveva simbolicamente consegnato nella cattedrale ai sopravvissuti di sette famiglie fra le quali quella del premio Nobel per la pace 1992, Rigoberta Menchù, sarebbe stata confermata un anno dopo dal rapporto ONU intitolato “Memorie del silenzio” nel quale veniva chiamato in causa come complice del genocidio anche il governo degli Stati Uniti.

Clinton corse a chiedere scusa al popolo del Guatemala, ma i mandanti dell’assassinio del vescovo, malgrado gli indizi fossero chiari, non sono stati mai indagati o inquisiti, indipendentemente dall’indulto che ha sancito l’impunità di tutti gli autori dei massacri perpetrati nei dieci anni di terrore instaurati dai generali Lucas Garcia, Mejas Victores e Rios Montt. Anzi, quest’ultimo, in una ipocrita rappresentazione della democrazia secondo la quale è ritenuto libero un paese in cui si vota, è l’attuale presidente del parlamento del Guatemala.

Dante Liano, prestigioso scrittore guatemalteco, ha illustrato in questo saggio le tappe della grottesca vicenda per arrivare a punire almeno gli esecutori materiali dell’assassinio del vescovo Gerardi.

Gianni Minà (da Latinoamerica 3/4 2001)

 





mercoledì 11 gennaio 2023

CIAO FABIO

 

TIKAL

La sera dell’Epifania il Padre della vita ha chiamato a sé Fabio Cerretani, «Amico del Guatemala» e anche nostro. Fabio aveva superato da poco i 71 anni. Fin dagli inizi dell’Associazione aveva aderito al progetto di solidarietà in favore del territorio di Dolores dove era parroco p.Ottavio che ben conosceva per il suo soggiorno in Siena. Insieme alla amata moglie AnnaMaria partecipava volentieri e con impegno alla vita e all’organizzazione dell’Associazione. La sua adesione ai nostri progetti non fu casuale perché fin da giovane visse attivamente il rinnovamento della chiesa di Siena secondo lo spirito del Concilio Vaticano II, e così i temi della fratellanza, della compartecipazione, della chiesa dei poveri, del sostegno tra i popoli non gli erano sconosciuti, e fu facile perciò aderire a quanto portavamo avanti in Guatemala


RIO DULCE
Desidero ricordarlo per un episodio che accadde proprio in Guatemala in un primo viaggio che facemmo. P.Ottavio nel visitare un’aldea-villaggio ci portò con sé. Avemmo così la possibilità d’incontrare le tante famigliole che l’abitavano. Fabio viaggiava sempre con una macchina fotografica al collo e fotografava tutto quanto capitava a tiro. Facemmo visita a una famiglia alla quale portavamo alcune medicine. Ci accolse una signora che sorrideva con una bocca sdentata, ma l’ambiente era talmente squallido con parte della capanna diruta, il pavimento di terra, con alcuni bambini buttati là che ci guardavano con occhioni stupefatti… che Fabio tornò indietro e mi disse: non si può fotografare, è immorale questo vivere, non c’è giustizia. Era smarrito. Non aveva mai visto direttamente una situazione del genere e ne rimase profondamente impressionato. Perdiamo un amico del Guatemala sensibile e attento, ma che ringraziamo per l’impegno e la dedizione, ora che è tornato ad incontrare la “sua” AnnaMaria nel Regno dei cieli

Athos Turchi
TIKAL



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