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venerdì 25 marzo 2011

MONS. ROMERO: se mi uccidono risorgerò nel popolo salvadoregno

il 24 marzo 1980 Mons. Romero viene assassinato nella Cappella dell'Opsedale della Divina Provvidenza a San Salvador

"Vogliamo essere la voce di chi non ha voce per gridare contro tanta violazione dei diritti umani. Si faccia giustizia, non si lasci che tanti crimini disonorino la patria, l'esercito. Si riconosca chi sono i criminali e si dia il giusto indennizzo alla famiglie che restano derelitte." (Omelia 20-08-77)

"Anche quando ci chiamano pazzi, anche quando ci chiamano sovversivi, comunisti e tutte le altre qualificazioni con le quali ci definiscono, noi sappiamo che non facciamo altro che predicare la testimonianza sovversiva delle beatitudini, che hanno ribaltato ogni cosa per proclamare beati i poveri, beati gli assetati di giustizia, beati coloro che soffrono." (11-05-79)

"Non ci stanchiamo di denunciare l'idolatria della ricchezza, che fa consistere la vera grandezza dell'uomo nell'avere e dimentica che l'autentica grandezza consiste nell'essere. Non vale l'uomo per ciò che possiede ma per ciò che è" (04-11-79)


Finché i contadini, e gli operai e i loro dirigenti non hanno sicurezza; finché il popolo viene sistematicamente assassinato dalle forze di repressione della giunta, io, che sono un semplice servitore del popolo, non ho nessun diritto di cercare misure di sicurezza.
Vi prego di non fraintendermi: non voglio morire, perché so che il popolo non lo vuole, ma non posso tutelare la mia vita come se fosse più importante della loro vita. La più importante è quella dei contadini, degli operai, delle organizzazioni popolari, dei militanti e dei dirigenti, ed essi muoiono tutti i giorni; ogni giorno ne trucidano venti, trenta, quaranta o più ancora. Come potrei adottare delle misure di sicurezza personale?
Sì, possono uccidermi; anzi, mi uccideranno, benchè alcuni pensino che sarebbe un grave errore politico; ma lo faranno ugualmente, perché pensano che il popolo sia insorto dietro le pressioni di un vescovo. Ma non è vero: il popolo è pienamente consapevole di chi sono i suoi nemici; e altrettanto conosce bene i propri bisogni e le alternative che si presentano.
Se uccidono me, resterà sempre il popolo ,il mio popolo. Un popolo non lo si può ammazzare.
(Oscar Arnulfo Romero, otto giorni prima del suo assassinio. Da una intervista rilasciata al domenicano spagnolo Juan Carmelo Garcia)

San Romero d’America, Pastore e Martire nostro
Di Pedro Casaldáliga
L’angelo del Signore annunciò il vespro…
Il cuore del Salvador segnava
24 di marzo e di agonia.
Tu offrivi il pane,
il corpo vivo
- il triturato corpo del tuo popolo;
il suo sangue sparso vittorioso –
il sangue contadino del tuo popolo massacrato
che deve tingere di vini d’allegria l’aurora impedita!
L’angelo del Signore annunciò nel vespro,
e il Verbo si fece morte, un’altra volta, nella tua morte;
come si fa morte, ogni giorno, nella carne nuda del tuo popolo.
E si fece vita nuova
Nella nostra vecchia chiesa!
Stiamo un’altra volta
sul piede della testimonianza,
San Romero d’America Pastore e Martire nostro!
Romero della pace quasi impossibile su questa terra in guerra.
Romero in fior violetto della speranza
Incolume di tutto il continente.
Romero della Pasqua Latinoamericana.
Povero Pastore glorioso, assassinato a pagamento, a dollaro, a valuta.
Come Gesù, per ordine dell’impero.
Povero Pastore glorioso,
abbandonato
dai tuoi stessi fratelli del pastorale e di messa…!
(Le curie non potevano comprenderti:
nessuna sinagoga ben costituita può comprendere il Cristo).
I tuoi poveri si ti accompagnavano,
in disperazione fedele
pastore e gregge, allo stesso tempo, della tua missione profetica.
Il popolo ti fece santo.
La ora del tuo popolo ti consacrò nel Kairós.
I poveri t’insegnarono a leggere il Vangelo.
Come un fratello ferito da tanta morte sorella,
tu sapesti piangere, solo, nell’orto.
Sapesti aver paura, come un uomo in combattimento
Però sapesti dare alla tua parola, libera, il suo suono di campana!
E sapesti bere al doppio calice dell’altare e del popolo,
con una sola mano consacrata al servizio.
L’America Latina già ti ha posto nella sua gloria del Bernini
nella spuma aureola dei suoi mari,
nel baldacchino arieggiato delle Ande vigili,
nella canzone di tutte le sue strade,
nel calvario nuovo di tutte le sue prigioni,
di tutte le sue trincee,
di tutti i suoi altari…
Nell’ara sicura del cuore insonne dei suoi figli!
San Romero d’America Pastore e Martire nostro:
nessuno farà tacere la tua ultima omelia!