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venerdì 27 gennaio 2012

José Efraín Ríos Montt sarà processato per genocidio

da la Prensa Libre
José Efraín Ríos Montt, ex capo di Stato tra il 1982 e 1983, lider del Frente Republicano Guatemalteco, da ieri sera sarà processato per genocidio e lesioni verso i diritti umani, per la sua responsabilità nell’esecuzione di 11 massacri nella’area Ixil, Quiché.
Nella sentenza, il giudice, Carol Patricia Flores Polanco, mise una cauzione di 500 mila Q e gli arresti domiciliari con sorveglianza della Polizia Nazionale Civile, divieto di lasciare il paese senza l'autorizzazione del giudice.
Risoluzione
Il provvedimento del giudice è arrivata dopo 12 ore di udienza iniziata alle ore 9.30.
Flores Polanco ha dato valore probatorio agli indizi presenti dal Pubblico Ministero (PM) con i quali è accusato come il responsabile di aver ordinato il quadro giuridico che servì da base per elaborare i piani militari, Victoria 82, Sofia, Firmeza 83 e sviluppo e sicurezza per annientare l’etnia Maya-Ixil, i cui membri erano considerati nemici interni dello Stato.
Secondo il PM, i piani militari furono utilizzati per uccidere i civili che avrebbero aiutato i guerriglieri.
“Questi crimini sono orrendi ed è stato stabilito che all’interno della struttura militare, lei (Rios Montt) si trovava al comando” ha dichiarato il giudice.
In un’altra parte della risoluzione Flores Polanco riferì che le prove presentate dal PM sono sufficienti per dimostrare che l’ex capo di Stato partecipò ai massacri contro le comunità Ixil.
Il giudice spiego che Rios Montt nonostante non fosse presente in prima linea, in ogni momento era a conoscenza di quanto stava accadendo informato dalla struttura militare, essendo in quel momento il capo supremo.
L’accusa
Il PM lo ha accusato di genocidio, documentando la morte 771mila persone, tra uomini, donne e bambini. Di questo numero sono state identificate 267 vittime.
La brutalità dell’esercito verso la popolazione causò lo sfollamento di 29mila persone dai loro luoghi di origine interessando 54 comunità di Santa Maria Nebaj, Chajul e San Juan Cotzal, Quiché.
Sono stati documentati anche 465mila casi di violenze contro le donne e i minori, secondo il rapporto della Commissione per il Chiarimento Storico.
Tra le prove presentate dal PM si trovano piani militari, competenze culturali e militari, nonché gli studi sulle missioni e tattiche militari, balistiche. Ci sono anche le testimonianze di 84 vittime e dei loro parenti.
Dopo aver ascoltato le denunce l’ex capo di stato si è rifiutato di testimoniare.
Il suo avvocato Danilo Rodríguez Gálvez, che era un alto dirigente delle Forze Armate Ribelli, ha detto che ci sono stati massacri durante il conflitto armato. Tuttavia ha sostenuto che durante il governo di Ríos Montt ci sono stati, “però in minore quantità rispetto agli altri ex capo di stato“, che lo hanno preceduto al potere.
In nessun momento applicò alcuna mediazione a favore di Rios Montt. (Non ha mai chiesto qualche misura a favore di Rios Montt.
Il militare in pensione ha detto al giudice che era interessato ad ulteriori chiarimenti del caso. Ma egli ha detto: “Una cosa è che la giustizia sia fatta e un’altra è la vendetta”
Rios Montt in ogni momento ha mantenuto un volto sereno e tranquillo.
Accompagnato da sua figlia Zury Rios, sua nipote Sosa Ingrid Argueta, dal deputato Luis Perez, e ex funzionari del governo FRG di ex funzionari, come Eduardo Weymann.
In strada
Circa 150 persone sono rimaste davanti alla Corte Suprema di Giustizia fino alla fine dell’udienza ed hanno applaudito ed hanno festeggiato la decisione del giudice di processarlo per l’accusa di genocidio.
Pur esprimendo delusione quando il giudice ha stabilito che Rios Montt doveva rimanere agli arresti domiciliari mentre si conclude l’inchiesta contro di lui.
La provvedimento è stato proiettato su uno schermo posto nella Piazza dei Diritti Umani da parte di organizzazioni diverse.
Dopo aver sentito che l’ex capo di Stato sarà processato i manifestanti hanno fatto scoppiare petardi in segno di festa.
Fin dal mattino i familiari delle vittime ed i sopravvissuti dei conflitti armati interni stazionavano davanti alla sede del potere giudiziario.
Nel luogo era stato collocato un tappeto di aghi di pino con la scritta fatta di fiori "L'impunità di ieri e di oggi", circondata da candele e fotografie delle vittime di massacri.  
Inoltre era stato posto un altare con aghi di pino e fiori rossi con una piccola bara rappresentante i bambini uccisi durante la guerra civile, alcuni dei quali sono stati rimossi dal grembo, come hanno spiegato attivisti.
Decine di persone provenienti per lo più dall’ovest del paese, sono rimasti fuori dall'edificio fino a 17 ore.
Testimoni
Quila Lucia ha ricordato che durante il governo di Rios Montt fu massacrato il padre e la sorella nella comunità Xicoxon, Tecpan, Chimaltenango.
Secondo lei, nel massacro, avvenuto il 12 settembre 1982, ci furono 16 vittime.
Ha detto: “La persecuzione in quel periodo era verso coloro che erano coinvolti con la guerriglia. Per i militari non si poteva parlare di organizzarsi ne di andare in chiesa”
Rios Montt ha un mandato di arresto internazionale vigente, redatto dalla giustizia spagnola, che gestisce un processo per il rogo dell'ambasciata di Spagna in Guatemala del 30 gennaio 1980, dove morirono 27 persone, tra funzionari del governo, contadini e diplomatici.
Il militare in pensione ha perso l’immunità parlamentare il 14 gennaio di questo anno, dopo aver terminato il suo mandato di deputato.
Il giorno precedente, Rios Mont si era presentato volontariamente alla