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venerdì 26 aprile 2013

RICORDIAMO MONS. JUAN GERARDI



Oggi è 15° anniversario dell’assassinio di Mons. Juan Gerardi brutalmente ucciso il 26 aprile 1998.


“Il nostro cammino è stato e continua ad essere pieno di rischi, ma la costruzione del Regno di Dio comporta dei rischi e solamente i suoi edificatori hanno la forza di affrontarli” (Mons. Gerardi, due giorni prima di essere ucciso, presentando pubblicamente nella cattedrale di Città del Guatemala REHMI)


"Se il povero rimane fuori della nostra vita, allora forse anche Gesù è fuori della nostra vita”(Mons. Gerardi)

Se c’è qualcosa che ha caratterizzato la vita del vescovo Gerardi è stata la sua passione per la verità, la giustizia, la libertà e l’amore per i poveri e gli esclusi. Questa passione lo ha portato a elaborare e sostenere il progetto denominato Proyecto de recuperación de la memoria histórica (Remhi). Infaticabilmente, fino all’ora della morte, ha cercato di aprire spazi che offrissero alla società guatemalteca un’alternativa di vita e non di morte, come invece faceva la repressione senza nessuna misericordia. Annunciava e difendeva il valore della vita umana, come parte essenziale del progetto di Dio, contro tutto ciò che la distruggeva: gli assassini extragiudiziari, le persecuzioni ai danni dei difensori della giustizia, la miseria e la povertà estrema che generavano fame e denutrizione nella sua terra.

Juan Gerardi, vescovo ausiliare di Guatemala, prima vescovo diocesano di Verapaz e del Quichè ha osato chiedere la popolo del Guatemala: Quale è la tua verità, popolo oppresso e umiliato, schernito e disprezzato, assassinato e fatto scomparire, dopo 36 anni di una guerra fratricida, sanguinosa e crudele? Juan Gerardi non era un funzionario, e nemmeno il rappresentante di un impero. Era un pastore sensibile al dolore del suo gregge, sentinella intelligente che intravedeva il futuro di queste terre, con il cuore plasmato dalla tristezza e dall’ingiustizia dei popoli che egli serviva. La sua anima di bambino era stata profondamente colpita da tutto quello che vedeva e sentiva, constatava e sperimentava nei suoi viaggi pastorali, nei suoi incontri con la gente impoverita, discriminata per la condizione indigena, abbandonata alla propria sorte, dimenticata. Fece quella domanda per trovare una risposta che sanasse le ferite, desse sollievo alle profonde sofferenze dell’anima del popolo guatemalteco, aprisse il cammino per dare dignità alle vittime del conflitto armato e permettesse agli assassini di riconoscere le loro colpe e chiedere perdono a coloro che avevano sofferto. A questa domanda ci fu una doppia risposta: il progetto “Recupero della memoria storica”, in quattro volumi “Guatemala Mai più” e l’assassinio del Vescovo. 
(Mons.Alvaro Ramazzini , vescovo di Huehuetenango Guatemala)

“Ricordo Mons. Gerardi per i laboratori del REHMI. Avevo dovuto coordinare tutto il lavoro del Recupero della Memoria Storica del Quichè, assistevamo ai laboratori, che erano parte della metodologia che ha permesso di realizzare questo processo. Erano sessioni di lavoro tecnico, ma anche spazi di dialogo e discussione interna su temi difficili e intensi sulle differenti realtà che riguardavano REMHI. Mons. Gerardi partecipava, come uno tra tutti ,agli incontri ai quali era necessario. Impressionava la sua acutezza nell’analizzare le situazioni, la serenità nel trattare argomenti complicati, l’onestà di collocarsi di fronte ai fatti e di fronte alla storia. Senza dubbio si può considerare come un pastore provato come l’oro nel fuoco della sofferenza.” 
(Padre Rigoberto Perez Garrido, El Quiché, Guatemala)