Cari Amici del Guatemala e anche miei,
il Natale cristiano è prossimo: Dio nasce nella capanna di Betlem.
E perché? Non aveva altro da fare? Riflettiamo. Dio non ha detto: «io sono Dio
e voi una massa di fetenti peccatori» ma si è fatto uomo ed è diventato come
noi. Così ogni cristiano non può mai dire «io sono italiano voi africani», o
«io sono bianco e voi neri» o «io sono europeo e voi immigrati extracomunitari»
o «io sono ricco e voi siete poveri» o «io sono il capo e voi i sudditi» o «io
sono il padrone e voi i lavoratori»… ecc. ecc. Insomma ogni qualvolta che il
cristiano si pensa diverso da ogni altro non è un cristiano perché il Dio in
cui crede non fa così, infatti, proprio per non far pesare agli uomini
l’infinita distanza tra Lui e le sue creature…, SI FA UOMO, perché non vuol
entrare nella storia umana come diverso dagli uomini, come un extracomunitario
vorrei dire.
Tutti i nostri valori umani li deriviamo da questo assunto
cristianissimo, e possiamo parlare di diritti perché prima di tutto non abbiamo
voluto differenziarci dall’africano, dall’immigrato, dal perseguitato, dal
violato, dall’abbandonato, dal vessato… ogni qualvolta che ci sentiamo diversi
da tutti questi: bene, non abbiamo più diritti perché non li riconosciamo
nell’altro come nostri.
Ciascuno di noi è bianco, nero, rosso e giallo; ciascuno di noi è
un migrante, violato, perseguitato, affamato; ciascuno di noi è lì dentro acque
marine infide, è lì nei campi di lavoro e di tortura.
Quando abbiamo eliminato ogni divisione tra «noi e loro; tra l’io
e il tu» - perché in Dio non esiste un “loro” o un “altri” o “i diversi” –
allora alziamo il capo e guardiamo lontano un futuro grande è in arrivo.
Questo è l’augurio natalizio che invio a tutti gli Amici del
Guatemala per incoraggiarci a rimanere fedeli a quei valori umani che
nell’Associazione crediamo, difendiamo e sosteniamo con l’intento di generare
una nuova umanità più umana e dignitosa.
P.Athos Turchi