Sono stato in Messico, insieme a Chon e a Esther, a visitare
il gruppo dei contadini espulsi dal villaggio Nueva Esperanza, situata nella Sierra
Lacandòn. Il governo guatemalteco ha giustificato lo sfratto dicendo che i
contadini appoggiano i narcotrafficanti. Si ripete la storia della durissima
repressione durante la guerra civile. Allora i militari distruggevano i
villaggi e massacravano la gente (bambini, donne, anziani) accusandoli di
essere guerriglieri. Oggi cacciano i gruppi di contadini, distruggono le case e
i raccolti, accusandoli di essere narcotrafficanti.
Il gruppo di circa 90 famiglie vive da un mese e mezzo in
condizioni inumane. Si trova accampato nella linea di confine tra Guatemala e Messico.
Vive in tende di naylon, esposto al freddo e alle intemperie.
Il villaggio da dove sono stati espulsi si trova ad appena
dieci minuti di cammino. Ma per arrivare nella nuova destinazione sono dovuti
scappare per la foresta e dopo 4 giorni di esodo biblico (pioggia, freddo,
fame, pericoli di serpenti) sono arrivati alla linea di confine, dove le
autorità guatemalteche non possono perseguirli.
L'esercito ha bruciato le case e "confiscato" gli
animali (galline, tacchini e maiali) per le necessità alimentari della truppa.
Sono state risparmiate tre case, che servono da alloggio per l'esercito e le
autorità forestali.
Gli sfrattati non possono avvicinarsi alle loro
"milpe" per raccogliere il granoturco. I militari hanno l'ordine di
sparare a vista. Ho parlato con un contadino che sistemava due sacchi di pannocchie
nella sua casa-naylon. Mi ha detto che di notte era stato nel suo terreno, una
volta che i militari si erano ritirati nella casa-alloggio per riposare, e
aveva potuto raccogliere il prezioso prodotto. Con molta paura e con il rischio
di perdere la vita. Gli ho fatto notare l'assurdo della situazione. "Tu
sei un ladro, perché hai rubato nella tua milpa!".
Dal primo momento i contadini hanno ricevuto aiuto dalle due
parrocchie messicane di Tenosique, da organizzazioni umanitarie e dal Vicariato
Apostolico. E' presente la croce Rossa Internazionale. E' presente Amnesty
Internacional. L'ONU segue con preoccupazione gli sviluppi della situazione. A
detta dei suoi rappresentanti questo è uno dei 20 casi che si danno a livello
mondiale. Con l'appoggio di queste istituzioni si é aperto un tavolo di
trattative e si spera favorevole
risoluzione.
Abbiamo incontrato Fray Tomas, francescano di Tenosique. Con
la "Oficina de Derechos Humanos" della parrocchia appoggia il gruppo
dei contadini. Lui é stato il contatto per la nostra visita. Ci ha parlato dell'aiuto
umano, logistico e giuridico che stà coordinando. Ha ricevuto minacce e
intimidazioni da parte della polizia messicana. Manteniamo i contatti con lui
per ulteriori informazioni che servono al Vicariato Apostolico per
l'accompagnamento del gruppo.
La gente contenta ha ringraziato per la visita, l'interessamento
e gli aiuti di alimentazione e vestiti. Io ho potuto gustare un delizioso
"tamal" di tacchino. La famiglia che ce l'ha offerto era riuscita,
nella fretta della fuga, a portarselo dietro. E' stato la vittima sacrificale
della festa di Erika, la bambina nata da un mese nell'accampamento. Abbiamo
condiviso la gioia della famiglia povera e maltrattata. Abbiamo celebrato con i
genitori di Erika e con tutti i contadini dell'accampamento la festa della vita.
Nonostante l'egoismo e il cinismo della società e dei gruppi di potere c'é amore
alla vita, alla solidarietà.
Questa bella notizia motiva la lotta, il sacrificio e la
speranza degli amici contadini espulsi dalla loro terra.