Innanzi tutto alla trepida domanda se fosse rimasto nel Petén
come vescovo, ci ha rincuorato dicendo che sarà quasi impossibile spostarlo, in
quanto essendo straniero non cittadinato in Guate, non potrebbe fare il
Vescovo, ma siccome il Petén è un «Vicariato», la condizione non è strettamente
richiesta.
Ci ha esposto la situazione generale del Petén, perché
desiderava spiegarci le difficoltà in cui vengono a trovarsi tutti gli agenti
di pastorale: dal Vescovo fino all’ultimo dei catechisti.
Si è allargata la violenza e una recrudescenza
dell’ingiustizia sociale. Villaggi, gruppi di persone e comunità a vario
titolo, vengono continuamente sloggiati dalle zone di abitazione per ragioni di
salvaguardia del territorio e di zone protette e inabitabili. Si prospetta alle
comunità altri territori dove alloggiare, ma sono false promesse. Comunità
tornate nel loro luogo lo ritrovano occupato da Compagnie, Agenzie già
impegnate nella trasformazione economica del posto. Da qui scontri e lotte. La
Chiesa è in appoggio di queste comunità e contro le ingiustizie, ma poco riesce
a fare e comincia a tornare sotto intimidazioni.
La scuola S.Martin de’ Porres che aiutiamo finanziariamente,
gode, dice mons. Mario, di buona salute: per impegno, professionalità,
formazione e preparazione didattica. Ora ha due settori: le medie e le
superiori. Infatti il M. della P.I. guatemalteco ha cambiato i parametri
scolastici del “baccalaureato” (sarebbe equivalente alle nostre superiori) per
cui la scuola ha dovuto adeguarsi portando le superiori a 2 anni (anziché 3)
affinché i ragazzi potessero andare all’Università un anno prima.
Il problema che arrivano impreparatissimi all’Università prima…
e ora con un anno meno di formazione ancora peggio... se non si era capito in
anticipo, sembra finalmente che al M.P.I. se ne siano resi conto e forse
ritorneranno indietro…
Comunque, nel moto continuo dei ministeri pubblici, la
nostra scuola è un punto di riferimento sicuro di buona preparazione, al punto
che le iscrizioni non sono aumentate perché “troppo impegnativa”. Ma il Vescovo
conta sulla qualità, e crede che premierà la scelta. Come esempio portava che
il responsabile della pubblica istruzione del Petén ha iscritto suo figlio alla
nostra scuola: “perché voleva che studiasse».
Il colloquio si allarga a come esser presenti nella
parrocchia di Dolores a sostegno dei nostri progetti. Non mancano le difficoltà
in ragione della distanza e di un mediatore locale, tuttavia ci sono le
condizioni ragionevoli perché tutto possa mettersi sul verso giusto, grazie
alla validità di alcuni collaboratori in primis l’economa del vicariato e poi
di alcune persone ben preparate.
Comunque conclude il Vescovo possiamo contare sulla collaborazione
e sull’attenzione che l’amministrazione del Vicariato dedica al nostro impegno
di solidarietà.