La scuola San Martin de Porres è
sempre stata uno dei principali impegni della nostra associazione, grande la
soddisfazione di conoscere i primi ragazzi diplomati che sono guide e/o
comunque dei professionisti affermati... Il giro continua, le scritte che
seguono sono un grosso incoraggiamento a proseguire il nostro impegno e a non mollare.
Forte è la nostra idea che
l'istruzione deve essere gratuita, per tutti e di alto livello solo così si può
elevare un popolo senza discriminazioni, solo così si da a tutti la stessa
opportunità, solo così si avranno delle menti eccelse che faranno la
differenza!
Grazie per il tuo aiuto che ha
permesso tutto questo!
La scuola può essere aiutata con
offerte una tantum (versamento libero), con le borse di studio di classe o
individuali (versamenti mensili di 35 euro)
Tutte le informazioni le trovi
qua
Mi
chiamo Guillermo Hector Chavez Velasquez, ho 17 anni mio padre si chiama Ignacio
Chavez Reyes e mia madre Roxana Velasquez Monzòn. Sono dell’aldea El Zapote del
municipio di Esquipulas, Chiquimula sono un alunno del quarto Perito en
Ecoturismo del colegio San Martin de Porres. Lotto continuamente per andare
avanti dal momento che la mia famiglia ha scarse risorse economiche, mio padre
non ha uno stipendio mensile per poter pagare i miei studi, viviamo di
agricoltura e quello che si guadagna serve solo per il consumo giornaliero.
Siamo una grande famiglia: i genitori e nove figli in totale undici persone.
Nostro padre ha potuto darci l’opportunità di studiare solo fino al Tercero Básico (terza
media) e solo io ho potuto proseguire gli studi per pura casualità. Nel 2014
girando per il Peten in cerca di lavoro per aiutare la mia famiglia, mi sono
imbattuto in un annuncio in cui si diceva che al collegio San Martin de Porres,
Dolores, Petén venivano aiutati i giovani con scarse risorse economiche che
desideravano continuare gli studi. Così mi sono iscritto ed ora sto studiando
al San Martin de Porres, anche grazie all’aiuto di mia sorella che sta
lavorando, ma il suo guadagno è di solo 1200 Q (=120€) al mese e non può
sostenermi totalmente. Lei fa per me un grosso sacrificio in quanto deve pagare
il proprio affitto e gli studi a suo figlio.
Per
tutto questo necessito di un vostro aiuto, io ce la metterò tutta per andare
avanti, desidero diplomarmi e divenire un professionista in modo da poter
aiutare la mia famiglia che ne ha molto bisogno.
Mi chiamo JOSè JUAN ESTRADA MICOS. Mia madre si chiama
ELENA MICOS, mio padre ANGEL ALVARO ESTRADA RIVERA. Vengo da EL SALVADOR, un
villaggio lontano del comune di Sant'Anna, Petén. La mia è una storia triste e
la voglio condividere parlando anche della mia famiglia.
Siamo 4 fratelli: Lucia Sucely, MANUEL JORGE, JOSè JUAN
(io) e MARIA, la sorellina piccola. Vengo da una famiglia povera che ha lottato
per andare avanti. Mia madre mi ha raccontato che quando era incinta di me di
tre mesi la suocera non voleva che io nascessi, mio padre la picchiava. Un giorno
la mamma di mio padre le diede delle pastiglie abortive e la obbligò a
prenderle. Mia madre non voleva, faceva solo finta di prenderle. Sono nato
bene, grazie a Dio e a mia madre che sempre mi ha voluto. Sono cresciuto con il
disprezzo della famiglia di mio padre, lavorando duramente per poter andare
avanti con la famiglia. A mio padre piaceva bere (ubriacarsi). Quando rientrava
a casa in piena notte picchiava mia madre e la maltrattava. La loro vita era un
continuo litigare. Mio padre non era solo ubriacone, era anche donnaiolo (e lo
è ancora). Avevo appena sette anni quando nostro padre è andato via di casa
abbandonandoci. Sono passati nove anni. Da allora non sappiamo nulla di lui.
Alcuni dicono che si trova in Belize, altri nel comune di LA Resurrecion,
Petén. Non si fa mai vivo, si è come dimenticato completamente di noi,
nonostante si sia sposato in chiesa con il sacramento del matrimonio. Da poco
abbiamo saputo che ha messo su un'altra famiglia, composta dalla compagna e tre
figli. Dopo che mio padre era andato via di casa, ricordo che mia madre
comprava angurie per rivenderle. Io e mio fratello, che ora ha 18 anni,
vendevamo le fette, a un quetzal, dove si radunavano le persone per giocare a
carte; tutti ci prendevano in giro, ma noi lo facevamo spinti dalla necessità.
Da allora abbiamo sempre lavorato e lottato per andare avanti. Ringrazio mia
madre perché ci ha insegnato a guadagnarci la vita lavorando. Abbiamo sofferto
e ancora soffriamo, però lo facciamo per conseguire buoni risultati, per
trovare un giorno un lavoro e poter aiutare la famiglia.
A 14 anni mia sorella era in prima media, mio fratello in
sesta elementare ed io in quarta. Mia madre si sforzava per aiutarci negli
studi. Purtroppo alla fine dell'anno mia sorella rimase incinta. Questo fu un
duro colpo per mia madre; si mise a piangere, per lei era un ulteriore carico
di responsabilità. Quando mia sorella partorì la famiglia di mia madre l'aiutò
a comprare i vestiti e le cose utili per il neonato.
Mia madre vendeva frutta (angurie e mango), verdure,
tortiglie ripiene e tortiglie tostate, lavava la biancheria nelle case per
aiutarci negli studi. Anche io e i miei fratelli andavamo a lavorare nei campi
per aiutare un po’ la mamma.
Mi mancava un mese per terminare la terza media. I
professori ci diedero un lavoro da fare in gruppo con il computer. Nel
villaggio c'era solo un posto internet. Ero seduto e il padrone era scocciato
che noi si stesse facendo la ricerca. Io gli dissi che non aveva diritto di
rimproverarmi. Si alzò, mi venne addosso (era un giovane di 23 anni, io ne
avevo 15) e cominciò a picchiarmi. Mi buttò sul pavimento, afferrò una
bottiglia, me la sbatté in testa e terminò di romperla nelle spalle. Io solo mi
proteggevo la faccia. Quando terminò di picchiarmi rimasi incosciente 5 minuti.
I compagni mi parlavano ma io non sentivo. Nella sala c'era anche il fratello
più grande e la mamma del giovane che mi aveva picchiato, ma non fecero nulla.
Quando i compagni mi sollevarono mi prese un dolore al cuore e mi misi a
piangere. Mi portarono a casa. Avevo molto dolore alla spalla e alla testa. Mia
madre si spaventò. Mi portarono allora all'ospedale di San Benito. Grazie a Dio
non c'era nessuna frattura. Però soffrii molto, perché mia madre dovette
spendere 1400 quetzales per portarmi all'ospedale e comprare le medicine
prescritte dal medico. Lei non aveva soldi, chiese un prestito a una donna che
spesso ci aiutava. Fu un colpo molto duro, perché a parte i soldi che servivano
per finire la terza media ci fu una spesa ulteriore.
Terminai le medie. Mio fratello studiava nel ginnasio del
comune di EL CHAL; per lui non si pagava il mensile, ma bisognava spendere per
il materiale didattico e i lavori scolastici. Per questo mia madre mi aveva
detto che non poteva aiutare tutti e due, quindi io non avrei continuato gli
studi in quest'anno 2015. Grazie a Dio e mia zia Suor Assuncione, delle
domenicane missionarie di San Sisto, che mi ha sempre incoraggiato a studiare,
seppi che a Dolores c'era una scuola dove aiutavano i ragazzi poveri. Devo
ringraziare il vescovo Mario e il direttore Santos David che hanno compreso la
mia situazione. Oggi studio nella scuola San Martin de' Porres e so che un
giorno raggiungerò la meta e potrò ottenere ciò che desidero fortemente per la
mia vita e il bene della mia famiglia.