In Guatemala ultimamente sono
accaduti fatti che stanno cambiando repentinamente il panorama sociale e
politico del paese. Prima la vice presidente della Repubblica, obbligata a
dimettersi perché implicata in un caso di corruzione della Dogana, è stata arrestata
e si trova in attesa del dovuto processo. Poi il parlamento ha deciso all'unanimità
di togliere l'immunità al presidente della Repubblica, accusato di essere il
capo della banda di mafiosi implicati nello stesso caso di corruzione. Ora
anche lui si trova in carcere. Intanto la prima domenica di settembre si è
svolto il primo turno delle elezioni politiche che si concluderanno alla fine
di ottobre (secondo turno) con la proclamazione del nuovo presidente e vice
presidente. Due cose interessanti emergono dopo il primo turno:
- La massiccia partecipazione dei votanti, che ha raggiunto la percentuale più alta di tutte le precedenti elezioni (sopra il 70%);
- Il candidato più votato, che andrà in ballottaggio al secondo turno con il secondo candidato più votato, è un signore che fino a sei mesi fa´ faceva l'impresario ed era comico affermato di film e spettacoli televisivi.
C'è da dire che in questo
succedersi incalzante di avvenimenti i cittadini hanno svolto un ruolo
determinante. Dal mese di aprile, ogni sabato durante cinque mesi, si sono
riuniti a migliaia davanti al palazzo presidenziale per gridare indignati
contro la corruzione generalizzata dei politici ed esigere con forza le
dimissione del presidente. La loro azione paziente, insistente, con la
partecipazione di tutti i settori della società civile, ha espresso fortemente
che non sono più disposti a sopportare nessun tipo di corruzione e impunità.
Bisogna giudicare un segnale
positivo la coscienza sociale della gente che, dopo anni di repressione e
paura, vuole rivendicare il dovuto protagonismo e la partecipazione alla vita
democratica del paese.
Come Chiesa siamo parte di questo
processo di cambio. La conferenza episcopale del Guatemala ha emesso in questi
mesi alcuni comunicati denunciando la mancanza di scrupolo dei governanti, che
si arricchiscono sulla pelle dei poveri privandoli dei benefici sociali;
orientando i fedeli e le comunità a un impegno etico e alla partecipazione
politica nei diversi ambiti della vita sociale.
Nel Petén in questi ultimi anni
la pastorale del Vicariato Apostolico
organizza corsi di formazione politica e dottrina sociale per offrire ai laici
strumenti di conoscenza e aiutarli a essere cittadini che partecipano
attivamente all'impegno della giustizia e del bene comune. Anche a Dolores
negli incontri con i catechisti della missione e gli animatori degli altri
ambiti di pastorale non mancano i temi sulla politica, sull'organizzazione
della società civile e la partecipazione di tutti per promuovere la crescita
integrale delle persone.
La crisi istituzionale del
Guatemala sviluppatasi negli avvenimenti di questi ultimi mesi causa paura in
molta gente per l'incertezza dello scenario che si sta presentando, ma può
essere un segno positivo di cambio, perché i cittadini non accettano di essere
solo spettatori. Hanno dimostrato di voler partecipare alla realizzazione di
una vita sociale veramente democratica.
Padre Octavio.