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venerdì 11 settembre 2015

PROFUGHI: L’ACCOGLIENZA CHE NON C’ È

Sono di queste ore le notizie che vogliono l’Austria sospendere i treni con l’Ungheria, la Macedonia costruire un muro con la Grecia, la Danimarca chiudere strade e ferrovie dirette in Germania per arginare il flusso dei profughi, l’Ungheria alzare i muri e tirare i fili spinati per fermare la massa di migranti: nessuno li vuole! Le Nazioni dell’Est Europa, che fanno parte della Comunità europea, hanno dichiarato che non vogliono né profughi né migranti. Solo le Nazioni centrali europee dopo migliaia di morti si sono decise ad aprire gli occhi, e, quasi tappandosi il naso, hanno lasciato defluire questa umanità disperata nei loro territori.
Come accoglienza non è granché però alla fine c’è! Che cosa farà questa massa di persone? Dove sarà parcheggiato e lì abbandonato questo popolo che chiede dignità? Le prese di posizione, i rifiuti suddetti e l’indisponibilità manifestate certamente sono dettate dalla paura. Ma paura di che? Facciamo una considerazione con un esempio. Se sento bussare alla porta, apro e mi invadono la casa 5 persone, lì per lì non so che fare, mi viene la voglia di respingerli perché ho paura che mi distruggano tutto. Ma se sono pronto ad accoglierli allora quando arrivano due li metto in una stanza, un altro in salotto, e così via. Ognuno ha il suo posto e così posso dettare loro le regole della casa: colazione alle 8, niente carte per terra, spengere le luci, ecc. L’accoglienza è questo secondo modello. Accogliere vuol dire aver previsto l’arrivo dell’ospite il quale starà a quello che gli si dice se si sente accettato, altrimenti vaga per la casa senza scopo.
È dal 1989 che milioni di persone hanno telefonato all’Europa per dirle che sarebbero arrivate. Ma i nostri politici intenti a dividersi proventi delle tasse, dei poteri, delle poltrone richiudevano il telefono scocciati di questo continuo squillare che arrivava dalla Libia di Gheddafi, dall’Albania, dell’Africa, dal Magreb, dall’Asia…
Ora che l’ospite è alla porta cercano di serrare più che possono. Dove sta la lungimiranza della politica? Com’è che i politici hanno solo ottime capacità e scaltrezza per i loro interessi? Com’è che solo la morte li stacca dalle poltrone acquisite?
Non entro in merito alla questione morale, ossia alle responsabilità che il nostro paese, e l’Europa tutta hanno: sia per questa fuga biblica dalle loro terre di persone povere e semplici, sia per il disinteresse che fin’ora è prevalso per questo fenomeno. Ma se i nostri politici per lo meno avessero ascoltato gli economisti che da anni parlano del calo demografico e del bisogno di giovani e di nuova umanità, avrebbero potuto ora programmare posti di lavoro, case, ambienti dove accogliere i profughi, dare loro dignità e sicurezza, e poi avrebbero scoperto che non sono pirati che assaltano una nave, come fanno pensare alla gente, ma sono una benedizione per chi li accoglie, perché il male e la cattiveria emergono quando nessuno si vuol interessare di essi e della loro disperazione. Li lasciamo ignominiosamente abbandonati nelle loro angosce, umiliati e svuotati di tutte quelle qualità e capacità che ogni persona umana possiede, e poi ci domandiamo perché rubano o sono malviventi? E cosa altro possono fare oltre a morire di fame? Se li buttiamo nel ripostiglio della casa capiscono che non li accettiamo e allora come possono aiutarci, come ringraziarci, come collaborare? Dobbiamo dire ai politici che noi vogliamo queste persone, che li trattino al meglio e diano loro dignità, perché sono una umanità che viene ad aiutarci a sopravvivere di fronte alle politiche-spazzatura che ci stanno distruggendo!
Athos Turchi